Ieri sera incrocio un amico che non vedevo da parecchio tempo. Dopo qualche scambio di parole e dopo esserci raccontati di quel che abbiamo fatto nel tempo in cui non ci siamo visti, noto che fisicamente è cambiato in meglio e gli dico: certo che ti sei trasformato. Di getto mi risponde: “Sai, ci ho impiegato 5 anni per cambiare in meglio il mio fisico”.
La sua frase è stata illuminante: anche per le trasformazioni interiori è così. Chi le ha vissute lo sa benissimo. Se i muscoli, i tessuti, i legamenti hanno bisogno di anni per “riprogrammarsi”, abituarsi ad un altro ritmo e adeguarsi a nuove prestazioni, come è possibile immaginare che possa essere diverso per i processi interni, che sono ancora più delicati?
Non sarà qualche seduta o qualche buon consiglio a farci crescere interiormente, perché occorrono processi progressivi di consapevolezza che richiedono tempo. Ed è bene che sia così, perché se avvenissero immediatamente probabilmente sarebbero traumatici. Proprio come il muscolo, che ha bisogno di una progressiva trasformazione per potersi trasformare e crescere.
E’ un bene che sia così, perché i processi di trasformazione sono delicati e implicano cambiamenti di paradigmi, di valori, modi di pensare che abbiamo assunto e con i quali siamo cresciuti. Essi fanno parte quindi della nostra identità, sono parte di noi. Cambiarli significa cambiare profondamente noi stessi, e per questo occorre tempo, pazienza e coraggio. Si, coraggio, perché trasformarci interiormente significa anche abbandonare atteggiamenti che ci hanno contraddistinto e che hanno contribuito a formare una immagine di noi. Cambiare significa smentire atteggiamenti che gli altri ormai legano alla nostra identità.
Il “cambiamento” è una delle realtà che l’essere umano teme di più, perché destabilizza. Per questo è naturale e opportuno che i cambiamenti interiori avvengano in un processo di trasformazione progressiva, se troppo repentini non riusciremmo a gestirli ne noi, ne le persone che ci circondano.
Per questo fanno sorridere i nuovi santoni e i nuovi guru che si pongono come risolutori immediati di processi che invece richiedono tempo e consapevolezza. Aiuta veramente solo chi favorisce processi di auto-consapevolezza; gli altri offrono solo ricette da applicare a buon mercato.